LINEE GUIDA PER LA PRESCRIZIONE E SOSPENSIONE DI PSICOFARMACI AL FINE DI RIDURRE IL RISCHIO DI EFFETTI COLLATERALI CONNESSI AI PSICOFARMACI


· La prescrizione e sospensione di psicofarmaci dovrebbe essere intesa come esito di un processo decisionale che coinvolga medico, paziente, e tutte le figure professionali coinvolte nel suo processo di guarigione (psicoterapeuti, assistenti sociali, infermieri, e cosí via). Il
paziente va ascoltato e rispettato in ogni sua manifestazione (idee, dubbi, desideri, cambi di opinione, eccetera).

· La prescrizione di psicofarmaci dovrebbe avvenire solo per periodi limitati di tempo (di solito 6 mesi- 1 anno, per benzodiazepine e farmaci-Z 4-6 settimane, leggi piú sotto) e solo se accompagnata dalla prescrizione di una psicoterapia (anche in caso di psicosi) o se una psicoterapia di almeno dieci sedute é giá avvenuta, senza successo. Gli psicofarmaci agiscono difatti su qualche sintomo della malattia, e non sulla sua causa (come una psicoterapia), e se assunti per lunghi periodi di tempo possono generare effetti indesiderati (anche irreversibili, vedi piú sotto), un peggioramento della stessa o portare ad una cronicizzazione. Eccezioni a questa regola (non per benzodiazepine e farmaci-Z) possono generarsi a seguito di macanze strutturali o difficoltá economiche del paziente che gli precludano la possibilitá di accedere ad una psicoterapia risolutiva. Tuttavia anche suddette eccezioni dovrebbero essere considerate limitate ovvero da limitare nel tempo, eccetto che la storia clinica, la volontá e le facoltá cognitive del paziente spingano ad un proseguimento della terapia farmacologica (non per benzodiazepine e farmaci-Z) per periodi prolungati di tempo, anche illimitati.

· La prescrizione di psicofarmaci (per benzodiazepine e farmaci-Z ci sono regole specifiche, vedi punto sotto) dovrebbe essere presa in considerazione solo nelle forme severe dei disturbi mentali secondo i criteri descritti nell’ICD-10 o nel DSM-V.  

Ad esempio, diversi studi hanno dimostrato che gli antidepressivi NON sono efficaci per la depressione lieve e moderata. Anche nella depressione grave c'è il sospetto che l'efficacia (seppure bassa) dimostrata degli antidepressivi non sia dovuta al principio attivo, ma piuttosto al suo effetto placebo, al decorso naturale del disturbo che tende di per sé ad un miglioramento nel tempo e cosí via.



· Benzodiazepine e farmaci-Z dovrebbero essere prescritti non in base al disturbo (ansia, depressione, insonnia, eccetera), ma solo se presenti determinati markers che ne rivelino la gravità, come: impulsi suicidari acuti, psicosi floride di diverso tipo, stati catatonici di diverso tipo, pericolo acuto per il paziente o chi gli è vicino. La prescrizione dovrebbe avvenire solo per un periodo massimo di 4-6 settimane, dopodiché dovrebbe essere iniziato uno scalaggio che ne porti alla sospensione nel giro di tre settimane. Nel caso in cui le benzodiazepine siano state assunte - per bisogno o negligenza del medico prescrivente - per periodi di tempo superiori alle 6 settimane é necessario sviluppare un piano terapeutico di scalaggio e sospensione ad hoc.

· Al momento della prescrizione di psicofarmaci, il paziente (o il suo tutore) dovrebbe firmare un consenso informato in cui afferma di essere stato messo a conoscenza degli effetti indesiderati del farmaco (anche irreversibili) prescrittogli, in particolare: sviluppo dipendenza e demenza nelle benzodiazepine, PSSD (disfunzione sessuale posst SSRI) nei SSRI e SNRI, peggioramento della depressione e del disturbo d'ansia - dopo anni di assunzione - in tutti gli antidepressivi, discinesie e peggioramento della psicosi - dopo anni di assunzione - negli antipsicotici, problemi a tiroide e reni nel Litio, teratogenesi in donne gravide nel Valproato, eccetera. In ogni caso, il medico prescrivente dovrebbe impegnarsi a dedicare almeno
15 minuti alla descrizione e discussione col paziente (o il suo tutore) dei possibili effetti indesiderati, a breve e lungo termine, legati all'assunzione o sospensione del farmaco proposto.

· Lo scalaggio e la sospensione dei psicofarmaci assunti per piú di 4 settimane dovrebbe avvenire su lunghi periodi di tempo, di solito non inferiore ai 3 mesi, per evitare sindromi d'astinenza che possano simulare una recidiva della malattia.